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I Racconti di Nerina la Formichina

I Racconti di Nerina la Formichina
Autore: Maria Teresa Girardello - Redazione Cultura
Data: 17/09/2017

La primavera era già arrivata, l ‘aria era tiepida, il cielo azzurro come non mai e il sole con i suoi raggi d oro riscaldava la terra la quale lo ringraziava regalandogli i suoi frutti, l erbetta cresceva verde e rigogliosa, i fiori  aprivano i loro petali colorati e sembrava li offrissero al cielo, gli alberi erano un incanto con le foglie a varie fogge verdi brillanti  il pesco coi fiori rosa, il mandorlo con i suoi bianchi fiori e tanti ma tanti altri ancora.

Anche l'acqua del ruscello scendeva che pareva ridesse, limpida e fresca e dalla quale ogni tanto si poteva scorgere qualche pesciolino che faceva capolino.

Tutta la valle sembrava un quadro fatto da un pittore,  tanto belli e irreali sembravano i suoi colori.

Nell’aria c’era un canto di uccellini che pareva una sinfonia e bello era vedere il librarsi delle farfalle dai mille colori e gli insetti che si posavano da un fiore all’altro.

Ma cosa succede? Un pezzo di pane che cammina da solo? Ma com’è possibile!

Ahhh ecco svelato il mistero….la colpa è della nostra piccola amica, la protagonista di questa storia: Nerina detta la Formichina.

Ora ve la presento.

Nerina è una formichina molto furba e astuta con due belle antenne sulla testa che sembrano due radar. Quando ormai l’inverno è passato e il primo raggio di sole spunta fuori lei esce dalla sua casa, su una zampo infila un cestino di vimini sull’altra un bastoncino per aiutarla a camminare e parte alla ricerca di cibo: deve fare provviste per l’inverno che sarà lungo freddo e con tanta neve.

Nerina abita in un Villaggio vicino al ruscello, la sua casa è piccolina ma ben distribuita, costruita sotto terra e così disposta: un piccolo ingresso, soggiorno, cucina, un’enorme dispensa, due camere con servizi e sgabuzzino. E’ sposata con Poldo e ha due figli: Poldo Jr e Gaia

Come abbiamo detto prima, Nerina ha già iniziato la ricerca del cibo per l inverno, ma appena mi vede mi invita a casa sua per un Tè

"Vieni così potrai constatare quanto è accogliente la mia casa e così ti potrò narrare qualche storia del mio passato".

_ Ohibò, penso‑ chissà cosa mi racconterà…

Dovete sapere che quando Nerina comincia a raccontare le sue storie il tempo non esiste più e quando poi le fai notare che è tempo di preparare la cena dice – mamma mia, ma come… se ho appena iniziato?

Comunque accetto volentieri la tazza di Tè pensando che dal momento che mi è venuto un po’ di caldo, nella sua casa potrò almeno godere un po’ di fresco.

Una volta arrivati corre immediatamente a mettere il bollitore sul fuoco, nel frattempo mi guardo intorno: sì, è proprio carina la sua casetta linda e gradevolmente arredata.

Dopo pochi minuti la vedo arrivare con un vassoio pieno di stuzzicanti biscottini.

Ohhh ma scusate la mia dimenticanza, ma non mi sono ancora presentato: io sono Rocco il grillo, amico di tutti gli animali.

Li conosco tutti e tanti vengono da me per sfogare gioie e dolori e per questo mi hanno soprannominato Rocco Gazzettino. Eh si, so proprio tutto, o quasi tutto, di tutti gli abitanti del Villaggio.

A che punto ero rimasto del racconto? Ah si … dopo aver mangiato gli squisiti biscotti e sorseggiato il tè nella sala da pranzo Nerina inizia con una delle sue innumerevoli storie.

"Rocco, ti ho mai raccontato quel che mi è accaduto in quel lontano millenovecento… ahimè  non ricordo l’anno esatto, è passato troppo tempo"

Già proprio come immaginavo, il suo racconto sarebbe proprio partito cosi’…..e sorseggiando il dolce liquido ambrato le dico

"No non ricordo, raccontami".

"Beh come tu sai all’epoca il Villaggio non era ancora così completo, anzi non si chiamava neppure così ma Paesello del Ruscello, ci abitavamo in pochi e ci conoscevamo tutti. Passavamo bellissime giornate e serate estive assieme. Io ero giovane e spensierata , pensavo solo a divertirmi, a giocare a nascondino con i miei amici tanto che facevo arrabbiare la mamma perché non sapevo a quali pericoli andavo incontro"

"Quali pericoli" – dissi io

"Poi lo vedrai ma ti prego non distogliermi dal racconto. Allora dove ero rimasta? Ah si, mia mamma diceva sempre non ti allontanare che per noi piccole formiche i pericoli sono tanti".

"E quali mamma"?

"Tu sei giovane e vedi tutto bello ma i nostri pericoli sono gli animali piu grandi dei quali noi siamo il nutrimento e gli uomini"

"li uomini? E quali sono? Perché sono un pericolo"?

"Sono un pericolo perché camminando anche se involontariamente ci pestano, quando non ci va male ci fasciamo la zampina . Gli uomini sono quei giganti che spesso vediamo qui, vengono a pescare a fare pic-nic"

"Ma io non ci badavo e non ci credevo finche’ un giorno"…..

A questo punto della storia Rocco si fece più serio: questa non gliela aveva mai raccontata.

"Continua Nerina, questa mi piace molto"...

"Era una di quelle giornate con un bel sole in cielo ma soprattutto era Domenica"

"Domenica? E che c'entra"?

“Vedi Rocco, solo più tardi lo venni a sapere ma i giorni della settimana non sono tutti uguali. Dal lunedì al sabato gli uomini lavorano ma la domenica fanno festa e purtroppo nella loro festa c’è chi ci rimette. Quella mattina cominciarono ad arrivare molto presto e in gran numero. Gli uomini più piccoli che venivano chiamati bambini si misero a giocare a pallone i grandi invece andarono a pescare. Tutto andò bene finche’ non decisero di accendere un bel fuoco . Noi formichine piccole guardavamo tutto molto ammirate perché per noi era cosa nuova e non sapevamo che da lì a poco sarebbe arrivata la tragedia.

“La tragedia? Mi stai incuriosendo molto”…

“Nell’aria vagava un dolce profumino, sai stavano cuocendo la carne e tutte noi annusavamo felici, pensando a tutto quello che poi avremmo raccolto. A un certo punto della giornata  dense nuvole oscurarono il cielo, il sole era sparito, sembrava che di lì a poco dovesse cominciare a piovere. I campeggiatori iniziarono a mettere via le cose e a scappare via”.

“Io non capisco più nulla”…

“Stai zitto che ora inizia la tragedia. Come ti dicevo partirono così in fretta che si dimenticarono il fuoco acceso. Un po’ alla volta tutto iniziò a bruciare e il fuoco si sparse in men che non si dica anche perché si era alzato il vento e ciò contribuì all’espandersi dell’incendio. Io cominciai a correre con tutte le mie forze e andai in cerca della mamma, mentre il fuoco si avvicinava sempre di più al Paese

A un tratto vidi la mamma e mi nascosi dietro di lei tremante di paura

Intanto grosse gocce cominciarono a scendere e goccia dopo goccia un forte acquazzone riuscì a spegnere il fuoco.

“Vedi” – disse la mamma – “quali sono i pericoli nostri? Tu sei stata fortunata ma alcuni tuoi amici sono rimasti imprigionati nelle fiamme”.

“Stai sicuro che da quel giorno non mi mossi più se non avevo la mamma al mio fianco”!

“E’ una storia avvincente cara Nerina, ma ora tu avrai lo stesso problema con i tuoi figli” disse Rocco

“Non proprio Rocco, vedi, nelle fredde notti d’inverno ci sediamo tutti intorno alla stufa e racconto a Gaia e Poldo Jr tante storie di vita. Così almeno sono preparati per affrontare i problemi di ogni giorno”.

In quel momento pensai bene di dare una controllata al mio orologio: ma come era passato il tempo: era già ora di cena perciò dissi: “Nerina, lo sai che è ora di cena”?

“Ma come, ma se ho appena cominciato”…

 





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